martedì 10 settembre 2019

L'ONLINE NEI VIDEOGIOCHI: IL MALE


Ebbene, mi appresterò a mettere una volta per tutte sul "bloggone" quello che ho scritto in svariati post di forum ormai andati perduti.
L’Online (e tutto ciò che ne deriva) nei videogiuochi è il male.

Perché è il male? Perché mette barriere, crea competizione inutile, condiziona la vita e distrugge il videogioco inteso come arte.

Ma andiamo in ordine: fino al periodo PS2, l’Onine nelle console era una cosa di nicchia; con qualche titolo era possibile connettersi in rete, ma lo facevano in pochi….
Passava inosservato e non era certo la “punta di diamante” come adesso.


Sfida a tutti i costi, perché mi sento più figo\a


Infatti ora le cose son diverse, molto diverse (schifosamente diverse).
Se qualcuno chiede un parere su un titolo, stiamo certi che la domanda è quasi sempre : "oh Giangi ma il netcode com’è?", "oh ma c'èggente?", "oh ma lagga?", e altre aberrazioni simili.
Eh si, perché il comparto online ha sviluppato nell’ingenuo acquirente una perversa coscienza sociale basata sul’apparire e sul dimostrare qualcosa alla comunità dei ‘gamers’ (perché ormai si chiamano tristemente così).

Un qualcosa che dimostri di “avercelo più duro di X” (detto volgarmente), una meccanica di “omologazione da social network che influisce sul modo di pensare individuale.

L’on-line videoludico costringe (attraverso la Gamertag) indirettamente l’utente ad intraprendere maratone inutili per il gusto di far vedere quanto tempo gioca (complimenti), quanti giochi ha comprato nelle precedenti 2 ore (se ne hai pochi sei un pezzente, quindi sotto a comprare), quanti trofei\obiettivi ha preso.

Già, proprio loro: i trofei o obiettivi (a seconda della console), ovvero quello che ha trasformato un normale utente in un “maratoneta della poltrona”. Per colpa di quelle maledette iconcine molta gente passa ore e ore per soddisfare richieste sadiche (create da programmatori burloni) e guadagnarsi una fittizia onorificenza.

Insomma, a causa dell’online la gente non riesce più a giocare “pei cazzi propri”, deve o rendere conto a qualcuno o sfidare qualcuno…
Pare abbia perso la capacità di giocare in singolo godendosi un prodotto in modo fine a se stesso .


Se l’online funziona allora "è bello".

E così il multiplayer online va a nozze, anche giochi pensati per il singolo ormai ce l’hanno.
E se ce l’hanno i giochi pensati per il singolo come gli action adventure e simili, ancora peggio dipendono dall’online quelle categorie dove già dapprima potevi giocare in 2 (o 4).
Se la cosa può andarmi giù con le simulazioni sportive (un po’ perché non le sopporto, un po’ perché sport e competizione vanno a nozze), non mi va giù per niente quando si tratta di Picchiaduro o di Sparatutto.
Ormai un picchiaduro può avere personaggi del menga, atmosfera del menga, storia dello stramenga… Ma se il Netcode funziona allora è bello, ah si.
Addirittura il gameplay diventa magicamente tecnico e divertente se l’online non lagga, incredibile.
Sugli sparatutto invece la situazione è degenerata del tutto, la maggioranza di questi titoli è ormai giocabile solo online.

Non che giocare in rete sia brutto, personalmente lo trovo stressante, ma il problema è etico: di questo passo la gente perde senso artistico, perde il senso del giudizio per le qualità che veramente definiscono artisticamente un videogioco (perchè di arte si tratta), che non sono determinate dalla qualità del netcode.


Il pretesto per essere sviluppatori stronzi.

E poi diciamocelo, l’online è il pretesto degli sviluppatori per essere diventati (ancora di più) dei menefreghisti ciucciasoldi:
-Il gioco ha dei difetti e bug gravi? "Buttalo fuori lo stesso tanto c’è la ‘patch’ (online) per correggerli quando vogliamo NOI sviluppatori".

-Il gioco è incompleto e sarebbero da inserire dei personaggi in più? "Fa niente (dice il capo), buttalo fuori e mettiamoli in seguito come DLC" (che potevano già inserire su disco, ma il soldo è il soldo).

Questo porta indubbiamente ad eliminare pianpiano ogni concetto di fisicità e possesso, rilasciando giochi che senza ottimizzazioni digitali funzionano talmente male da essere inutilizzabili, vedi Cyberpunk, rimborsato pure dagli stessi produttori. 
Oppure alcuni hanno il coraggio di fare versioni fisiche "aggiornate" spacciate per complete, ma coi DLC da riscattare online tramite un "gratta e vinci" nella custodia.
Tanto per prendere ancora più per il culo il prossimo e scoraggiare l'usato.

Il consumatore collezionista che punta al riutilizzo futuro, rimane penalizzato, potendo collezionare solo una "chiave d'accesso" fisica per dei contenuti digitali a scadenza, perchè il servizio patch\aggiornamenti può essere chiuso (come è già capitato per alcuni giochi PS3), rendendo inutilizzabili pure i DLC in caso di reinstallazione di un titolo su una console vergine.

Il trionfo del gioco-servizio, come appunto i MOBA, i MMORPG e tutte queste minchiate che non tocco manco col bastone, in quanto il contrario dell'essere liberamente utilizzabili a propria discrezione.


Senza guardare poi che le SH non tengono conto della gente che vive in zone dove non c’è la banda larga o di chi non se la può permettere.
Magari uno può spendere una cifrona per portarsi a casa una console col suo gioco preferito, ma non è detto abbia pure voglia di pagarsi mensilmente un abbonamento da 30 e passa euro per poterla utilizzare a dovere, o peggio: per poterla proprio utilizzare, dato che di questo passo andiamo verso l'utilizzo condizionato da una rete attiva, sia per le console che per i giochi.

Sembra che le software houses usino il mezzo della rete per creare una complicazione 
dietro l’altra: se prima le nuove console (fino alla PS2) erano una bella cosa facile da usare e senza restrizioni… adesso ogni notizia su una qualsivoglia “innovazione”, sembra più una minaccia; e in effetti lo è.

Alcune di queste "innovazioni" minacciose:
- Il Free to Play: la cosa più nociva applicata ai videogiochi e che rischia di infettare qualsiasi titolo in maniera più o meno molesta. Ovvero la trasformazione da giochi a servizi always online in continuo aggiornamento, i cui sviluppatori guadagnano attraverso le microtransazioni.
Ma tu non possiedi nulla, aderisci solamente al servizio giocandoci e spendendo con moneta virtuale (per accederci serve moneta reale, però), finchè la gente non sarà stufa e il servizio verrà interrotto.

l’Always Online: ovvero la "grandissima innovazione" di connettersi obbligatoriamente per usare un videogioco o una console. 
Inizialmente smentito sia per PS4 che Xbox One prima delle loro uscite, in realtà sia XOne che la successiva SerieX sono dipendenti da una applicazione online per essere avviate la prima volta che le sia avvia.
Chiaramente, quando questa applicazione non sarà più supportata, le console XBox dalla One in su potranno essere usate come fermacarte firmati dallo zio Bill (che "innovazione geniale").
Questo non è accaduto per ora sulle console Sony, ma ci sono comunque una moltitudine di titoli utilizzabili solo online ed altri che, pur fisici, necessitano di una patch del D1 per essere utilizzati, altrimenti non partono (vedi Avengers su PS4).
Difendere trovate del genere è solo da scemi, non chiamatele progresso.

- Il cloud gaming: ovvero il gioco in streaming, quindi l'evoluzione ancora più stronza dell'always online, dove il gioco stesso è gestito da un servizio online che esegue videogiochi su server remoti e li trasmette sul dispositivo dell'utente. Insomma, la (per fortuna) fallimentare Stadia, una console che non esiste.

Però creare qualcosa di intelligente come la retrocompatibilità via hardware e senza operazioni online di mezzo (come la PS2 coi giochi PS1), niente. 
Quando le cose sono buone e veramente utili al consumatore, non le fa nessuno. 
E il consumatore, spesso stupido, nemmeno le richiede.


Facendo un piccolo pronostico, con la mentalità effimera che va a crearsi, questi problemi evitabilissimi verranno considerati sempre più come normale evoluzione e superati dal capitalistico desiderio di giocare il titolo più nuovo velocemente e subito, senza pretesa di possederlo per rigiocarci.

Insomma, si prospetta un bel futuro di merda.
 
Ringraziate quindi gli stronzi sviluppatori inventori di queste stronzate anti consumer, ma soprattutto gli ancor più stronzi acquirenti finto-modernisti a cui vanno a genio questi concetti fondati sull'usa e getta.

12 commenti:

  1. Mamma mia che brutto articolo...

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  2. Eh, probabilmente sarai uno dei soliti rincretiniti che giocano 17 ore online ai MMORPG, COD e compagnia stabile.
    Mi spiace per te.

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  3. Ti meriti un applauso,finalmente uno che ragiona!xd

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  4. quindi secondo te per colpa di questi cazzoni che descrivi così magnificamente io non potrei più divertirmi a giocare coi miei amici che abitano in altre città? se la pensi così sei un cazzone anche tu

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    1. Tu puoi, però fai il male dei videogiochi, che prima o poi dipenderanno praticamente tutti dalla connessione in rete e ci sarà un'ulteriore "tassa" per poter giocare. Inoltre giocherai non a quello che vuoi tu, ma a quello che la maggioranza vuole (che magari in certi casi, non sarà quello che vuoi tu... Quindi la libertà individuale andrà a a farsi fottere).

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    2. Non sono d'accordo, ognuno utilizza l'online in base alle proprie esigenze e gusti, io per esempio preferisco giocare da solo piuttosto che con questi imbecilli di cui parli tu e con cui ho avuto modo di confrontarmi quelle poche volte che ho utilizzato l'online diciamo a random, però se ho la possibilità di giocare con i miei amici l'online è fantastico, una splendida evoluzione del mondo dei videogiochi. Le tue sono giuste critiche verso un certo modo di utilizzo dell'online ma non condivido la critica così generalizzata all'online in sé né quella a tutti i suoi utilizzatori.

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    3. Perchè tu la metti guardando le tue esigenze, ma il discorso è più in grande. L'online ha fatto sfuggire di mano un sacco di cose agli sviluppatori, che lo usano per guadagnarci sopra. Per fare qualche esempio, senza online i DLC non sarebbero esistiti, idem l'idea di "servizio aggiornabile" applicata con Street Fighter 5, e idem i giochi utilizzabili solo sotto previa connessione... E sono tutte idee di merda a discapito del consumatore. Quindi fai due conti...

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    4. Caro Rapper permettimi 2 cose...

      1) Innanzitutto sono contento di vedere che hai ripostato i tuoi vecchi articoli.

      2) Voglio condividere con te il nickname di un cancro di merda incontrato su PS4 a COD WW2 (non giudicarmi per questo), xReVeNgE_-GunZz. Sì è incazzato con me perché gli ho fatto il culo durante una partita e conservo tutt'ora gli Screenshot della conversazione sostenuta con lui. Se posso scriverti in privato te li passo volentieri.

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    5. Vabè nessun problema, l'articolo è contro al gaming online in generale, eviterei di citare persone singole perchè è una cosa più generica XD.

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    6. Lo cito perché anche il fenomeno dei rosiconi andrebbe trattato

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  5. L'Ingiustia ormai dilaga anche tra le povere persone, colpa di scelte imbarazzanti di menti semplici e banali. Preferirei altro onestamente.

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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